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Statua di Carlo Emanuele III

NomeDescrizione
IndirizzoPiazza Puccini
NOVARA (NO)
La progettazione del monumento a Carlo Emanuele III, primo sovrano sabaudo a regnare su Novara, venne deliberata il 2 giugno 1828. Si trattava di sostituire in modo degno e in accordo con i tempi la lapide dedicata all’importante personaggio, collocata nel 1765 sulla facciata di Porta Torino (dove oggi sorge la Barriera Albertina) e distrutta dai Francesi all’atto dell’occupazione della città, alla fine del ‘700. L’iscrizione che vi era riportata, dettata dal noto latinista Guido Ferrari, recitava: “A Carlo Emanuele Re di Sardegna, perché, avendo incanalato le acque per tutta la circonferenza della fossa murale, ordinò che fosse pulita e prosciugata la cloaca sottostante, Novara, resa al suo clima e alla salubrità dell’aria, pose memore del perpetuo beneficio”. La stessa iscrizione, sempre redatta in lingua latina, sarebbe stata incisa sul basamento della nuova statua.Dunque, Carlo Emanuele III (Torino, 1701-1773), salito al trono nel 1730 dopo l’abdicazione del padre Vittorio Amedeo II, oltre ad aver conquistato Novara nel gennaio 1734 dopo un assedio di breve durata, aveva contribuito al suo benessere realizzando il canale di scolo detto “Cunetta”, che alleviò le sofferenze dei Novaresi. Il sovrano sabaudo, che dopo due guerre (Successione polacca 1733-‘38 e Successione austriaca 1742-‘48) si dedicò esclusivamente ad attività di pace, aveva anche emanato leggi molto utili per la ripresa dello sviluppo della città. Nel nuovo clima di ritrovata intesa tra i ceti dirigenti novaresi e la Casa Reale, in piena Restaurazione, la pubblica sottoscrizione promossa dall’amministrazione civica raggiunse ben presto la somma necessaria per realizzare un monumento di grandi dimensioni e di grande prestigio. L’opera fu affidata allo scultore Pompeo Marchesi (1783 -1858), insegnante all’Accademia di Brera a Milano e già allievo del Canova, artista noto in tutta Italia e anche all’estero. Nel mese di settembre 1829 il Marchesi aveva già inviato due bozzetti: l’uno con il Re “abbigliato alla greca”, l’altro “vestito alla foggia dei suoi tempi”. Venne scelto quest’ultimo. Il Marchesi aveva anche stabilito il luogo dove collocare la statua: il cortile del Broletto, ma questa opzione venne subito scartata. Il Consiglio cittadino deliberò di abbattere alcune casupole collocate tra il Teatro Civico e la chiesa di San Giovanni Decollato per ricavare una nuova piazza dove porre il monumento. L’amministrazione novarese seguì attentamente le varie fasi esecutive e la realizzazione della statua fu accompagnata da un ampio dibattito. Marchesi aveva già abbozzato l’opera nel marmo fatto giungere appositamente da Carrara, quando, la mattina del 28 maggio 1834, un incendio scoppiato nel suo studio la distrusse completamente. Lo scultore non si perse d’animo, ordinò un nuovo blocco di marmo di Carrara e si mise alacremente al lavoro. La nuova statua era terminata nell’estate del 1837. L’altezza, veramente notevole, era di m. 4,16: essa colpì particolarmente i Novaresi, che presero a soprannominarla San Carlone, con riferimento alla statua colossale da San Carlo Borromeo ad Arona. Carlo Emanuele è raffigurato in abito regale, con la mano vittoriosa posata sul fianco destro e con la sinistra che porge il decreto che ridonò a Novara la salubrità, risanando i fossati d’acqua stagnante e malsana realizzati più di un secolo prima dagli spagnoli per maggior difesa dei baluardi.
Immagine
10_Da Momo, Oratorio della Santissima Trinità a Novara Lunghezza: km 19,9 - Tempo di Percorrenza: h 6
Grado di Difficolta: Escursionistico - Dislivello: A 576 - D 624
10_Da Momo, Oratorio della Santissima Trinità a Novara
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