Chiesa Parrocchiale di San Clemente e Casa Parrocchiale
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Piazza Mons. Raspini BELLINZAGO NOVARESE (NO) |
Telefono | (+39)0321.98027 |
Web | https://www.comune.bellinzago.no.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/chiesa-parrocchiale-di-san-cl |
La ricostruzione di una chiesa in una piccola comunità (Bellinzago contava 2821 abitanti nell’ anno 1837) non è un impegno qualunque.
Per la sua realizzazione non è sufficiente procurare mezzi e materiali; è la sensibilità religiosa e morale di una comunità, che deve essere convenientemente preparata.
L’attuale, monumentale chiesa Parrocchiale di Bellinzago, dedicata a San Clemente, ebbe un parziale rifacimento per l'opera dei bellinzaghesi, sollecitati dal prevosto don Serafino Bellini, che affidò il disegno della fabbrica all'architetto Alessandro Antonelli.
I lavori presero avvio nel 1837 con una cerimonia durante la quale l'architetto pose simbolicamente la prima pietra.
Lo scopo era quello di ampliare la preesistente chiesa cinquecentesca, ormai inadeguata alle esigenze della popolazione. Questa, che era stata consacrata da monsignor Bascapè nel 1595, sorgeva a sua volta su un edificio preesistente, documentato nelle "Consignationes" del 1347. Quello Ottocentesco era dunque il terzo fabbricato.
La navata centrale del 1595 non fu toccata; Antonelli costruì le navate laterali e una crociera sormontata dalla cupola. Non toccò neppure il campanile: mantenne quello del 1754, che era stato rialzato nel 1827. Anche la facciata non venne modificata, e rimase quella barocca fino al 1931, quando venne restaurata dall'architetto Giovanni Lazanio, mentre era prevosto don Alfonso Cremona.
Vi sono collocate nove statue alte 2 metri e mezzo: Santa Cristina, Sant'Adolfo, l'Ausiliatrice, San Grato, San Clemente, San Francesco d'Assisi, San Giovanni Bosco, San Pacifico, Santa Teresa del Bambin Gesù.
Al centro della facciata si trova la vetrata del professor Antonio Stiletti di Torino, sempre del 1931, composta da tre pannelli, di cui uno centrale raffigurante l'ostensorio e due laterali con angeli in adorazione.
La consacrazione avvenne il 17 novembre 1844 alla presenza del vescovo Gentile; la chiesa era stata addobbata con un arco trionfale con diverse iscrizioni commemorative all'ingresso, due "plaffoni" opposti ai lati del presbiterio e diversi banchi, per permettere alla gente di seguire la lunghissima funzione.
La chiesa in realtà non aveva l'aspetto che l'architetto aveva immaginato, i lavori però non vennero eseguiti secondo progetto a causa delle difficoltà economiche della popolazione, che si era spesa al massimo per poter onorare l'impegno preso di costruire una nuova chiesa.
Ai lati degli altari laterali vi sono le quattro statue degli Evangelisti, opera di Giuseppe Argenti su disegno dell'Antonelli (1858), che è ricordato in uno dei due busti di marmo sopraporta, sempre dell'Argenti; l'altro raffigurava il prevosto Serafino Bellini.
Lo Scurolo dei Santini fu aggiunto nel 1891-1892 su progetto del figlio dell'Antonelli, Costanzo; vi sono conservati i corpi dei santi martiri Pacifico e Cristina e una tela raffigurante la Vergine che dona il rosario a San Domenico di Angelo Capisani.
Le decorazioni dell'edificio sono opera di Rodolfo Gambini.
Ad Antonelli si deve anche la risistemazione della Casa Parrocchiale; la matrice antonelliana si riscontra soprattutto nella gestione dello spazio interno, luminoso e ampio, e nella decorazione esterna, di gusto prettamente neoclassico.
Per la sua realizzazione non è sufficiente procurare mezzi e materiali; è la sensibilità religiosa e morale di una comunità, che deve essere convenientemente preparata.
L’attuale, monumentale chiesa Parrocchiale di Bellinzago, dedicata a San Clemente, ebbe un parziale rifacimento per l'opera dei bellinzaghesi, sollecitati dal prevosto don Serafino Bellini, che affidò il disegno della fabbrica all'architetto Alessandro Antonelli.
I lavori presero avvio nel 1837 con una cerimonia durante la quale l'architetto pose simbolicamente la prima pietra.
Lo scopo era quello di ampliare la preesistente chiesa cinquecentesca, ormai inadeguata alle esigenze della popolazione. Questa, che era stata consacrata da monsignor Bascapè nel 1595, sorgeva a sua volta su un edificio preesistente, documentato nelle "Consignationes" del 1347. Quello Ottocentesco era dunque il terzo fabbricato.
La navata centrale del 1595 non fu toccata; Antonelli costruì le navate laterali e una crociera sormontata dalla cupola. Non toccò neppure il campanile: mantenne quello del 1754, che era stato rialzato nel 1827. Anche la facciata non venne modificata, e rimase quella barocca fino al 1931, quando venne restaurata dall'architetto Giovanni Lazanio, mentre era prevosto don Alfonso Cremona.
Vi sono collocate nove statue alte 2 metri e mezzo: Santa Cristina, Sant'Adolfo, l'Ausiliatrice, San Grato, San Clemente, San Francesco d'Assisi, San Giovanni Bosco, San Pacifico, Santa Teresa del Bambin Gesù.
Al centro della facciata si trova la vetrata del professor Antonio Stiletti di Torino, sempre del 1931, composta da tre pannelli, di cui uno centrale raffigurante l'ostensorio e due laterali con angeli in adorazione.
La consacrazione avvenne il 17 novembre 1844 alla presenza del vescovo Gentile; la chiesa era stata addobbata con un arco trionfale con diverse iscrizioni commemorative all'ingresso, due "plaffoni" opposti ai lati del presbiterio e diversi banchi, per permettere alla gente di seguire la lunghissima funzione.
La chiesa in realtà non aveva l'aspetto che l'architetto aveva immaginato, i lavori però non vennero eseguiti secondo progetto a causa delle difficoltà economiche della popolazione, che si era spesa al massimo per poter onorare l'impegno preso di costruire una nuova chiesa.
Ai lati degli altari laterali vi sono le quattro statue degli Evangelisti, opera di Giuseppe Argenti su disegno dell'Antonelli (1858), che è ricordato in uno dei due busti di marmo sopraporta, sempre dell'Argenti; l'altro raffigurava il prevosto Serafino Bellini.
Lo Scurolo dei Santini fu aggiunto nel 1891-1892 su progetto del figlio dell'Antonelli, Costanzo; vi sono conservati i corpi dei santi martiri Pacifico e Cristina e una tela raffigurante la Vergine che dona il rosario a San Domenico di Angelo Capisani.
Le decorazioni dell'edificio sono opera di Rodolfo Gambini.
Ad Antonelli si deve anche la risistemazione della Casa Parrocchiale; la matrice antonelliana si riscontra soprattutto nella gestione dello spazio interno, luminoso e ampio, e nella decorazione esterna, di gusto prettamente neoclassico.