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Chiesa dei SS. Pietro e Paolo

NomeDescrizione
ComuniOLEGGIO

Descrizione

La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo è il risultato di vari interventi ricostruttivi e di ampliamento durati dal XVIII sec. agli anni ’60 del Novecento, con un sostanziale intervento a cura dell’Architetto Alessandro Antonelli nel corso del XIX sec. Sono poche le testimonianze che riescono a fornirci dati precisi sulla struttura architettonica della vecchia Parrocchiale ma, secondo alcune fonti, la costruzione risalirebbe al XVI sec. Nella prima descrizione, tratta dagli Atti delle Visite Pastorali del 1568, la chiesa risultava fornita di tre altari, mentre nel 1571 ne erano descritti nove. Dalla lettura di tali documenti si può apprendere che la cappella dell’altare maggiore si trovasse all’epoca sotto la cinquecentesca cappella voltata e secondo la testimonianza del vescovo Ferdinando Taverna “[...]Pictoris Gaudentii tota ornata”. Un nuovo altare maggiore con balaustra venne costruito negli anni 1672-1679 con il contributo del Comune. Grazie al lascito testamentario di Rosa Rosari Ved. Mazza, la Chiesa Parrocchiale di Oleggio ricevette la somma di lire 40.000 di Piemonte, somma che permise l’avvio della costruzione della nuova Chiesa. Il progetto dell’Antonelli prevedeva una rotonda del diametro di 42 metri circa e dell’altezza di 52 metri fino alla croce. Una grande calotta con lucernario avrebbe dovuto sovrastare dodici colonne addossate ad altrettanti pilastri di rinforzo dell’altezza di 16 metri. L’edificio sarebbe stato preceduto da un maestoso portico di quattro colonne, poi riprodotto nel progetto realmente eseguito. Tra le colonne dovevano essere inseriti sei altari. Coro e Presbiterio non avrebbero subito modifiche, con l’altare maggiore sotto la cupola e l’abside limitata all’attuale giro del Coro. Per l’intera opera era stata prevista una spesa di lire 267.459,03, porticati esclusi. Il 5 settembre 1845 la Fabbriceria con il Consiglio approvò il progetto. Seguì l’approvazione della Curia. Il 9 settembre il Sindaco di Oleggio, Avv. Giacomo Tosi, che per disposizione testamentaria della Signora Rosa Rosari vedova Mazza doveva coadiuvare l’Arciprete nell’impiego del legato, si oppose alla realizzazione del progetto della rotonda. Motivo specifico era la spesa eccessiva dell’impresa ma, in realtà, ciò che lo turbava era la figura autoritaria e decisa di Don Bertotti. La Fabbriceria comunque non tenne conto delle rimostranze del Sindaco e proseguì nei lavori. Il Sindaco intervenne nuovamente e con un decreto emesso dal Giudice, il 15 settembre fece sospendere i lavori e la Fabbriceria fu obbligata al risarcimento dei danni causati dalle demolizioni e per le occupazioni di suoli (come il sagrato) appartenenti al Comune e ad una multa di 50 scudi. L’energia con cui Don Bertotti seguì la sua strada e la persistenza dell’opposizione del Sindaco, indussero il Vicario Generale a far sospendere i lavori in tutta la zona e adiacenze della Chiesa, precisando successivamente che la vertenza si sarebbe dovuta risolvere in Tribunale e che di qualunque trasgressione ne sarebbe stato responsabile il Parroco. Per mesi Sindaco e Arciprete continuarono ad ostacolarsi in un continuo gioco di potere, senza mai giungere a niente di concreto e ritardando sempre di più l’inizio dei lavori per la nuova Chiesa.
Per Oleggio l’Antonelli dovette tornare allo schema basilicale che già aveva sperimentato senza grandi entusiasmi nella Chiesa di Bellinzago. Della grandiosa concezione del progetto primitivo non rimase che la dimensione. La prima pietra fu finalmente posta il 14 agosto 1853 e la nuova Chiesa, dopo tante traversie, venne benedetta ed aperta al culto il 23 dicembre 1858 e consacrata il 6 luglio 1868, attuando così il progetto dell’Antonelli che aveva previsto l’abbattimento della Chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano, sede dell’omonima Confraternita, per dare più ampio respiro alla facciata della Chiesa e parte della Chiesa di S. Rocco del Seminario Vescovile, già sede dell’ex Convento dei Frati Riformati di San Rocco, ora sede del Museo Civico Archeologico Etnografico “C. G. Fanchini”. Il progetto definitivo prevedeva però la costruzione di un maestoso colonnato, mai realizzato, demolendo l’intero quartiere a ridosso del Palazzo Comunale e parte della prospiciente Via Pozzolo. La Chiesa Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo è oggi soprannominata nel gergo popolare oleggese “la Chiesa grande” proprio per le sue grandi dimensioni che la rendono più adatta ad una città che ad un Borgo di provincia come Oleggio.
La Chiesa oleggese possiede linee di semplicità decisamente neoclassiche unite a uno schema chiarissimo ed armonioso in cui colonne, pilastri e lesene, formano un insieme con le volte. Oltrepassato l’immenso portone di 45 mq. costruito in legno di noce a 4 ante, e con le ferramenta disegnate dall’Antonelli, all’interno della Chiesa si possono ammirare i dieci altari, le numerose vetrate e le ricche decorazioni.

Testo: Jacopo Colombo
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